Il triangolo degli schiavi: i lavoratori clandestini in Italia
di e con Ulderico Pesce
Coprodotto dal Mittelfest diretto da Moni Ovadia
Musiche tradizionali dei popoli Arbereshe stanziati in Basilicata e Calabria, dei Greki del Salento e di Matteo Salvatore
La storia è quella di Ambrogio Morra, giovane emigrato da Cerignola a Roma, costretto a vivere in una stanza-veranda insieme a 400 canarini e a sbarcare il lunario scaricando frutta ai mercati generali.
Deluso e senza prospettive, decide di tornare in Puglia, spinto dalla nonna Incoronata, ex compagna di lotte contadine al fianco di Giuseppe Di Vittorio, che oggi si batte per i lavoratori sfruttati nei campi.
Ambrogio scopre così la realtà dei nuovi schiavi: uomini e donne arrivati dall’Africa e dall’Est Europa, costretti a lavorare fino a 15 ore al giorno per pochi euro, vivendo in tuguri senza acqua né elettricità, sotto il ricatto dei caporali.
Tra amicizie, testimonianze e denunce, Ambrogio rivive la stessa lotta portata avanti mezzo secolo prima dalla nonna, ma con una differenza amara: i braccianti di oggi sono senza identità, invisibili, ridotti a “uomini senza impronte”.
Uno spettacolo di denuncia e di memoria, che mette in luce una ferita ancora aperta dell’Italia, lo sfruttamento dei più deboli.