VIENI CHE TE LE SUONO

26 luglio ore 21,30

SERGIO SGRILLI

VIENI CHE TE LE SUONO

Di e con Sergio Sgrilli

Si torna alle origini!  

Sul palco solo con la sua chitarra, usa la musica degli ultimi 50 anni   come filo narrativo per far ridere, cantare, pensare, emozionare!   I monologhi si fondono con canzoni originali e quelle popolari da cantare e da ascoltare. Dissacranti racconti familiari, poesie sporcate da gag e battute pungenti, diventano la colonna sonora di una esistenza vera e vissuta. 

Difficile trovare i confini tra comicità, teatralità e concerto: una canzone lunga una vita! 
 
Vieni che te le suono” è uno spettacolo comico che alterna monologhi a momenti musicali.

Sul palco l’autore e regista del progetto, Sergio Sgrilli, volto noto del piccolo schermo, attore e musicista di talento, si mette in gioco portando sul palco ciò che gli riesce meglio: far ridere ed ammaliare il pubblico con la sua chitarra.  Nascono così i monologhi, volti ad abbattere la quarta parete, diventando un dialogo ben orchestrato col pubblico, raccontano di incontri, di amicizie improbabili, dissacranti racconti famigliari al limite del surreale. E poi la vita che scorre, le scelte, vincenti o disastrose che siano, diventano sempre imperativamente spunto per una risata, per una battuta, in un flusso di coscienza schietto e senza peli sulla lingua come i moderni canoni della stand up impongono. E poi c’è la chitarra, sul palco con lui, protagonista dello spettacolo come lui e compagna di giochi, filtro e viatico di ricordi, che raccontano generazioni, personaggi, come fossero fotografie di questi nostri tempi passati e presenti. 50 anni di musica che si mettono a servizio per far ridere, cantare, pensare, emozionare. 

I monologhi si fondono così a canzoni originali ad altre popolari da cantare insieme, in un alternarsi di parole e musica, dove poesie diventano gag e canzoni diventano poesie; una personalissima interpretazione del teatro canzone di “Gaberiana” memoria, dove le parole d’ordine sono ridere, ridere, ridere ed emozionarsi.  “Vieni che te le suono” non è una minaccia, è l’offerta di una serata piacevolissima e la promessa che lo sarà.