Dopo il grande successo delle scorse stagioni, riapre la Trattoria Menotti a Rogoredo, con nuove storie, canzoni e ricordi.
Ci son quattro dischi, due tanghi una polka, un’antica mazurka ,due mosci foxtrot, e il twist non c’è nel trani a gogò. Si passa la sera scolando barbera. Nel valpolicella la vecchia zitella cerca l’amor nel trani a gogò…
Con la sua grande ironia Giorgio Gaber ci ha regalato con questa “cartolina” un’immagine della Milano degli anni 60 alla quale vorremmo ispirarci per la nostra TRATTORIA MENOTTI, un salto in un passato che ci appartiene, anche se non scritto nelle antologie e nei libri di storia, tracce di una città che voleva cambiare, e quel cambiamento avveniva soprattutto nei luoghi di condivisione, scuole, fabbriche, università, ma anche, e forse soprattutto, nei locali dove si “tirava mattino”, tra un bicchiere, o molti bicchieri, di vino, un risotto e un uovo sodo, a cantare, raccontare, a parlare di politica, ma non di potere, semmai di contro potere. Luoghi dove la tolleranza non era una moda, ma una pratica di vita quotidiana. Palcoscenici minimi, che diventavano le “palestre” per una grande stagione di comici, musicisti e cantautori, ma anche pittori e poeti. Tavolate di puttane, intellettuali e giornalisti ognuno con i propri abiti da lavoro, mentre la notte si faceva giorno, con ancora la voglia di scambiarsi esperienze e giudizi sul mondo e forse tutti ad immaginare una vita e una città probabilmente molto distante da quella di oggi, o chissà.