Dettaglio evento

di Sonia Antinori

da un’idea di Maria Ariis e Carla Manzon

regia Gigi Dall’Aglio

con Maria Ariis e Massimiliano Speziani

costumi Ilaria Bomben

scene Enzo Sammaritani

disegno luci Angelo Cioci

tecnico luci Max Coden

amministrazione Wally Furlan

foto di scena Luca D’Agostino

ufficio stampa Mariella Iannuzzi

coproduzione MALTE, Fondazione Teatro Due Parma

con il sostegno di Ministero della Cultura

con il patrocinio di AID Associazione Italiana Dislessia, ANPE Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani

durata: 1h e 10’ senza intervallo

Cronache del bambino anatra è uno spettacolo sulla dislessia, prodotto nel 2016 da MALTE e Teatro Comunale G. Verdi di Pordenone su progetto di Maria Ariis e Carla Manzon, allora protagoniste dello spettacolo diretto da Gigi Dall’Aglio. Il testo, scritto da Sonia Antinori, è stato sviluppato grazie a residenze, fra cui quelle presso Fondazione Emilia Romagna Teatro, e ha ottenuto il patrocinio dell’Associazione Italiana Dislessia, che ne ha vigilato il rigore scientifico. È stato salutato dallo scrittore dislessico premio Pulitzer Philip Schultz come “la prima opera teatrale sull’argomento”.

In tre anni di tournée lo spettacolo è stato presentato in Italia e all’estero per un pubblico di ragazzi e adulti, suscitando commozione per il modo in cui affronta il tema della differenza a partire appunto dai disturbi specifici dell’apprendimento. Nel 2020 il testo è stato pubblicato nella collana I Gabbiani delle Edizioni Primavera e nel giugno del 2021 è stato inserito nella List of Honour di IBBY Italia, un’organizzazione internazionale no-profit per promuovere la lettura tra i più giovani.

 

Quest’anno MALTE ripropone il lavoro come omaggio al regista Gigi Dall’Aglio, la cui limpida partitura articola in una sequenza di quadri intensi e struggenti la relazione tra una madre e un figlio, smontata e rimontata con salti temporali che tratteggiano cinquant’anni di vita. Nel cast ancora Maria Ariis che da questa stagione è affiancata da Massimiliano Speziani.

Al valore artistico si somma, anche per questo nuovo allestimento, il patrocinio dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), a cui si aggiunge il patrocinio dell’ANPE (Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani), che ne riconoscono l’importanza e la capacità di divulgazione e informazione.

Questa piccola storia d’amore è punteggiata di quegli ordinari strappi, di quelle incomprensioni e quei ritrovamenti, che riecheggiano nell’intimo di ogni esperienza umana. Mentre il bambino si fa adulto e la madre sempre più fragile, i ruoli si invertono secondo la dura regola del ciclo vitale e l’uomo è costretto a riscoprire l’imperfezione più grave, che bilancia e compensa tutte le altre: il suo essere mortale.

Oltre alla naturale finalità divulgativa il progetto mira con forza a una riflessione più ampia sul rapporto che ogni essere umano ha con le sue imperfezioni e ha l’ambizione di schiudere allo spettatore un momento di arricchimento umano e di conoscenza individuale. La lezione di chi, partendo da uno svantaggio, identificando il problema e sviluppando strumenti adeguati ad affrontarlo, trasforma la rabbia in forza di volontà, ha portata universale.

“La nostra società non ama le imperfezioni. Sollecitano il sospetto, in qualche caso il rifiuto. Si teme la differenza, quindi si evita di comprenderla. La vita degli imperfetti diviene solitaria, dolorosa, forse rancorosa. Questo spettacolo li racconta, gli imperfetti, a partire dall’età più bella, a volte disgraziatamente infelice: l’infanzia”.

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