Versione teatrale scritta e diretta da Emilio Russo

Adattato da “We Are the Weather” di Jonathan Safran Foer

Con Collettivo Menotti: Enrico Ballardini, Giuditta Costantini, Nicolas Errico, Helena Hellwig, Jacopo Sorbini, Chiara Tomei

Scene e costumi Pamela Aicardi

Luci Marcello Falco

Assistente alla produzione Cecilia Negro

Jonathan Safran Foer nel suo romanzo-saggio racconta, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica del nostro pianeta e lo fa alternando in modo originale storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici e suggestioni futuristiche che saranno portate in scena dalla giovane compagnia Collettivo Menotti.

Una storia non facile da raccontare, un argomento che scuote gli animi, parole e musica potenti, capaci di accompagnare lo spettatore in un viaggio in cui la scienza lascerà il posto alle emozioni.

La nostra versione teatrale costruisce una narrazione all’interno di un loft coabitato da giovani attivisti, studenti, musicisti, dove i temi ambientali si trasformano, da noiosi elementi di una discussione oramai un po’ stanca, in materia incandescente con cui fare i conti qui ed ora. Una sorta di presa di coscienza tra accenti passionali e ombre paurose di un futuro che non è poi così lontano come ci illudiamo di credere. Gli abitanti di quella casa metafora dell’abitare insieme – ognuno con il proprio bagaglio di vita e di ricordi, si trasformano in un collettivo di lotta e di consapevolezza in grado di indicare e proporre ad alta voce la strada per l’uscita. Ovvero quella solita, quella dei loro padri, quella dei padri dei loro padri, quella forse che ci ha guidato sin dall’inizio della nostra esperienza di vita su questo fragile pianeta, quella che ci fa capire che solo stando insieme possiamo salvare il mondo prima di cena.

Vi porteremo nella casa in fiamme, che è poi la vostra. Vi diremo che non abbiamo troppo tempo da perdere. Vi racconteremo una storia che non è una buona storia. Una storia che non basta conoscere, ma a cui dobbiamo imparare a credere. Parla del destino di un pianeta che diventa troppo caldo per poter essere abitato, che è poi anche il destino della nostra specie.

Questa storia, ascoltata fino in fondo, ci dice anche che ognuno di noi può agire, può cambiare le cose, invertire la rotta. Forse non lo faremo. Crederci è difficile.